Dall’intervista di TREND-ONLINE.com al nostro trader Alessandro Aldrovandi.
Continue sedute consecutive al ribasso, solo un tentativo (minimo) di tornare positivi, poi il crollo. Cosa pensare di questo ottobre e di questi mercati?
I principali mercati azionari sono decisamente impostati al ribasso. Dopo la salita ininterrotta che ha caratterizzato l’andamento dei listini negli ultimi due anni, senza che vi fosse mai stato alcun ritracciamento degno di nota, una inversione di medio termine era piuttosto prevedibile; così come ipotizzabile era il fatto che la discesa dovesse essere consistente. Quello che stupisce, invece, è la violenza del crollo delle quotazioni e l’immediato raggiungimento dei supporti statici più lontani. A cui va aggiunto la presenza di numerosi falsi segnali e scorrelazioni intraday, tutti sintomi evidenti della presenza sul mercato di mani forti (prima) e di operatori in preda al “panic selling” (dopo). Come detto, proprio nella seduta di ieri sono stati toccati alcuni minimi molto importanti, per cui non è escluso un rimbalzo dei prezzi almeno nel brevissimo periodo. L’unico aspetto positivo, se così si può definire, è che sembra ritornata la tradizionale stagionalità dei mercati azionari che aveva accompagnato gli investitori negli anni passati: crisi finanziarie a fine settembre/inizio ottobre che diventavano buone occasioni di acquisto per un eventuale rally di Natale.
Europa già debole, adesso un altro allarme Grecia. Torna il 2012? E se si, come potremo affrontarlo?
In settimana è emerso un allarme sulla solvibilità delle banche greche ed è stata una notizia molto negativa. E’ da ricordare, infatti, che tutto il settore creditizio europeo è sotto osservazione in quanto a fine ottobre verranno resi noti i risultati dei periodici “stress test”. Le prime indiscrezioni non danno adito a particolari preoccupazioni, ma il momento è piuttosto critico per cui basta veramente poco per creare ulteriore volatilità. Riguardo al mercato europeo nel suo complesso, bisogna sottolineare che già da diverse settimane l’indice DAX, solitamente trainante, ha avuto un andamento più debole rispetto a quello di altre borse continentali. Il tutto dovuto ad alcuni dati macroeconomici inaspettatamente deludenti. Infine, la debolezza dell’Europa ha accelerato il proprio corso dopo l’ultima riunione della Bce. Questa volta le parole del governatore Draghi non hanno fornito il solito ottimismo ai mercati, anche perché è risultato piuttosto evidente che le politiche monetarie finora adottate (e anche quasi esaurite) non hanno ottenuto i risultati sperati. Riteniamo che, come detto dallo stesso Draghi, dalla crisi europea si possa uscire solo attraverso politiche economiche mirate esclusivamente alla crescita. Un compito politico che spetta solo ai governi nazionali.
Piazza Affari quali livelli e strategie per l’emergenza?
La violazione del livello 20.000 sul FTSE/MIB, avvenuta ad inizio ottobre, è stata il preludio ad una accelerazione ribassista che non poteva più trovare argine nel supporto posto a 18.800 (doppio minimo realizzato a febbraio e agosto 2014). Infatti, così è stato, ma era davvero difficile immaginare una serie di sedute consecutive così fortemente negative, fino ad arrivare a realizzare un minimo a 17.500. Detto questo, comunque, l’area 17.500/17.700 ha le carte in regola per mostrarsi un primo supporto di breve periodo in grado di arrestare l’ondata di vendite. Nel corso del 2013, infatti, l’intorno di questi prezzi ha costituito una serie di livelli statici davvero importanti, da cui è poi iniziata la lunga salita fino al giugno scorso. Dal punto di vista operativo, pertanto, le attuali quotazioni potrebbero anche essere una buona occasione di acquisto per trade mirati di breve respiro e con size modeste, fino al target 19.500. Anche se il panic selling si fosse arrestato, comunque, la volatilità rimarrà alta ancora per diverse settimane.