Dall’intervista di TREND-ONLINE.com al nostro trader Alessandro Aldrovandi.
1) Dopo i dati Pmi in arrivo un primo quadro potrebbe rappresentare il Vecchio Continente in leggera accelerazione e gli Usa in leggera decelerazione. Quali commenti è possibile fare?
I dati macroeconomici pubblicati di recente sono in linea con le aspettative, ma è ancora troppo presto per trarne conclusioni definitive. L’Europa mostra i primi segnali di ripresa, ma sono ancora troppo deboli e tutti da confermare nei prossimi mesi. Riguardo l’America, invece, si tratta di una situazione congiunturale di brevissimo periodo: l’unico aspetto davvero importante rimane ancora quello dei salari troppo bassi. Ma tutto questo le Borse lo sapevano già e lo hanno anticipato: l’indice Eurostoxx50, ad esempio, a metà aprile ha realizzato un massimo a quota 3.770 per poi subire un ritracciamento fisiologico, a cui sta seguendo una ulteriore debolezza. L’indice S&P500, al contrario, continua a battere nuovi record nonostante la presenza di configurazioni a V abbastanza fuorvianti per i ribassisti, a causa dei continui falsi segnali operativi.
2) Grecia si, Grecia no. Intanto una cosa è certa: la volatilità. Quali prospettive nel breve per Piazza Affari che a sua volta continua a non toccare i 24mila punti?
A dire il vero, riguardo alla Grecia, bisogna ammettere che il mercato italiano è stato quello che ha subito meno di tutti gli altri. Tant’è che da diverse settimane il FTSE/MIB mostra una interessante forza relativa rispetto al Dax. Comunque, in effetti la volatilità non manca e l’indice si trova alle prese con l’importante area di resistenza 23.700/23.900. Qualora questi livelli venissero superati con forza, il FTSE/MIB dovrebbe avere la strada spianata verso il target di 24.500 punti. Altrimenti, la violazione del supporto a 23.175 porterebbe i prezzi verso il livello 22.500. E’ da segnalare che il recente rimbalzo delle quotazioni ha permesso al FTSE/MIB di superare addirittura il precedente massimo di metà aprile ma, nonostante questa forza e velocità, i prezzi si sono mantenuti comunque distanti dalla soglia psicologica dei 24.000 punti. Il che non è un buon segno…
3) Settore delle telecomunicazioni in effervescenza: Telecom è un titolo buy come dichiarano molti analisti? E quali strategie adottare?
Dopo anni di torpore, il titolo TELECOM ITALIA è tornato alla meritata ribalta per vari motivi, soprattutto di natura fondamentale. Innanzitutto a causa della modifica dell’assetto azionario che prevede come nuovo socio di riferimento il colosso francese ViVENDI, controllato da Vincent Bollorè, e la contestuale uscita di scena di Telefonica e Mediobanca. Poi, i progetti di banda ultralarga in corso di implementazione insieme a Fastweb, che a sua volta ha accordi commerciali con Sky. Infine, se si considera che Bollorè e Murdoch sono da tempo in contatto con Mediaset per i suoi contenuti, non è così fantasioso pensare che un domani il tutto si possa concretizzare in un grande gruppo di multimediale. Infine, sul progetto banda ultralarga, TELECOM ITALIA non dovrebbe temere la concorrenza di Wind e Vodafone (unite in METROWEB SVILUPPO e finanziate dalla CDP) in quanto possiede il vantaggio competitivo della cablatura nazionale/ultimo miglio. Alcuni uffici studi valutano il titolo addirittura 1,35 euro, ma è necessaria maggiore prudenza in quanto si trova vicino ad una importante resistenza sul livello 1,145, e anche qualora venisse superato, è presente un altro ostacolo costituito dal massimo del marzo 2011 a 1,158. Solo la rottura di quest’ultimo livello porterebbe le quotazioni fino ad un target di 1,263 (massimo del marzo 2009). La negatività si trova solo sotto la soglia dell’1,013 euro.
4) Non solo bancari, questa volta anche i petroliferi diventano sempre più protagonisti. Quali i più interessanti da monitorare?
Tra i titoli energetici presenti nel nostro indice FTSE/MIB, i più interessanti risultano essere ENEL e TERNA. Il primo si trova vicino ad un importante livello di resistenza posto a 4,49 euro e sta creando una configurazione di triplo massimo. Ma poichè l’andamento degli ultimi due mesi è risultato essere una fase di accumulazione e molti indicatori/oscillatori tecnici sono positivi, è piuttosto probabile che i prezzi salgano ancora fino a quota 4,858 euro. Negatività solo sotto 4,26 euro. TERNA, invece, continua a mantenersi in un forte trend rialzista che gli ha permesso di superare e, al momento, rimanere ancora nell’intorno dei massimi di metà aprile sul livello 4,32 euro. Il titolo dovrebbe perdere forza solo alla violazione del supporto a 4,10 euro. Riguardo al petrolio, si trova in una fase interlocutoria: il primo rimbalzo dal minimo di 42 dollari al barile potrebbe essere confermato con la tenuta del livello 55 dollari, sotto il quale si ritorna verso i minimi. Al contrario, il mantenimento del citato supporto dovrebbe creare una fase di accumulazione per portare le quotazioni fino all’ambizioso target di 73 dollari. A questo proposito, si può osservare come il titolo ENI sia più debole rispetto all’oro nero, ossia impostato all’interno di un canale ribassista che potrebbe arrivare fino al livello 15,80 euro.