La ripresa delle Borse sarà lenta e faticosa

Dal sito www.trend-online.com

“LA RIPRESA DELLE BORSE SARA’ LENTA E FATICOSA”

Questa è la visione dei mercati finanziari che è emersa durante la tavola rotonda organizzata dalla PRIVATE & CONSULTING SIM nei propri uffici di Torino lo scorso 26 gennaio, avente come titolo “Focus sui mercati finanziari per il 2012 – Come investire nella grande crisi”. L’incontro ha visto a confronto tre esperti analisti italiani tra i quali Enrico Malverti (Responsabile del Team di consulenza della P&C SIM), Alessandro Aldrovandi (trader e collaboratore di P&C SIM) e, ospite d’eccezione, Lorenzo Marconi, giornalista e formatore, nonché autore di diverse pubblicazioni di successo tra cui Vaffanbanka, Vaffankrisi e Mutande di Ghisa.

Il dibattito è stato molto vivace e il numeroso pubblico intervenuto non si è sottratto alle sollecitazioni da parte dei relatori e del moderatore, Emerick De Narda, giornalista televisivo di ClassCNBC. Il dibattito, infatti, è iniziato illustrando la situazione macroeconomica del nostro paese, discutendo sulle cause della crisi finanziaria in corso e delle eventuali soluzioni per risanare l’ingente debito pubblico. Marconi non ha lesinato critiche a buona parte delle misure adottate dal governo Monti: non solo in merito alla mancanza di tagli alla spesa pubblica o alla scarsa equità delle politiche fiscali, ma soprattutto all’inutilità di alcune “liberalizzazioni” o “semplificazioni” eccessivamente demagogiche. Una su tutte, la possibilità di costituire, per i giovani sotto i 35 anni, una S.r.l. unipersonale con un capitale minimo di 1 euro!

Tornando ai mercati, è stato osservato come le variegate politiche monetarie adottate dalla Bce non abbiano ancora innescato alcuna ripresa dell’economia reale e delle relative quotazioni, a differenza degli Usa, dove le operazioni di Quantitative Easing (di maggiore espansione monetaria rispetto a quelle europee) hanno invece portato l’indice S&P500 vicino ai propri massimi relativi.

Su questo argomento la platea si è divisa tra gli ottimisti in attesa di una scintilla esplosiva che muova le Borse continentali al rialzo e Aldrovandi, decisamente più pessimista, che ha ricordato come l’attuale stagnazione potrebbe essere spiegata con il modello keynesiano della “trappola della liquidità”, anche in considerazione delle analogie tra l’Italia e il Giappone, da più di vent’anni in questa situazione economica.

Inoltre, è stato fatto presente come la speculazione internazionale abbia preso di mira i paesi più deboli (Italia compresa); da qui, la necessità di regolamentare meglio il funzionamento del mercato, dal conflitto di interessi intrinseco nell’attività bancaria (“credito” vs. “investimenti”) alle agenzie di rating, fino al divieto di vendite allo scoperto che, in concreto, ha finito per danneggiare proprio i piccoli risparmiatori.

Sulle prospettive per il 2012, Malverti si è concentrato soprattutto sull’andamento dei mercati internazionali, con una panoramica generale sulle singole Borse e i vari asset (azioni, obbligazioni, commodities e valute) anche in un’ottica di correlazione ed analisi intermarket. L’outlook ha evidenziato ottimismo per i primi mesi del nuovo anno, mentre in primavera potrebbero sorgere nuovi problemi relativi al settore bancario e ai titoli tossici posseduti. In particolare, si è effettuata un’analisi accurata sui titoli caldi del momento, Unicredit e IntesaSanpaolo, che ha confermato la necessità di rimanere prudenti anche per quest’anno.
Tra le ipotesi di investimento migliori, comunque, è stata segnalata la crescita dei mercati emergenti (Brasile in primis) nonché la rivalutazione del dollaro rispetto a tutte le altre valute. In merito alla ricerca settoriale, invece, Marconi ha indicato una generalizzata preferenza per i titoli del lusso.

In definitiva, è emerso un perdurante quadro di incertezza. O meglio, la consapevolezza che i mercati finanziari continueranno a muoversi in modo oscillante ma senza alcuna direzionalità definita. Pertanto, gli investimenti azionari dovranno essere molto dinamici allo scopo di cogliere gli eventuali trend con il timing corretto. Nonostante le quotazioni così basse, al momento è rischiosissimo adottare strategie “Buy & Hold” e, più in generale, non è più possibile affrontare i mercati con un’unica strategia; al contrario, l’unica strategia adottabile è quella di avere tante tattiche diverse, basate su indicatori diversi, ciascuna su ogni mercato e per ogni orizzonte temporale, dal brevissimo al medio termine. Sintetizzando: il “cassettista” è morto.

Non sono emerse altre alternative, dato che non esiste più alcun investimento free risk. A differenza di tutti i modelli econometrici studiati finora, si è costretti a fare i conti solo con investimenti a rischio (compresi i titoli di Stato italiani) oppure con quelli che rendono quasi lo zero percento. A questo proposito, è stata confermato anche da parte del pubblico un certo interesse verso i “conti liquidità” che alcuni istituti di credito (Conto Arancio, Che Banca!, Mediolanum) stanno proponendo. Il che, non farebbe altro che confermare la tesi iniziale di Aldrovandi, ossia l’inizio di lungo periodo di crisi causato anche dalla preferenza per la liquidità da parte di tutti gli operatori.

Alla fine dell’incontro, Malverti ha presentato il suo libro di recente pubblicazione dal titolo In borsa il banco vince (quasi) sempre (Borsari Editrice), citando alcuni aneddoti di operatività perdente e ribadendo la necessità di combattere sui mercati finanziari solo attraverso la rigorosa applicazione di un metodo statisticamente robusto nel tempo.