La linea del Piave del FTSE/MIB

Per il FTSE Mib è essenziale la tenuta del supporto di 21.000 punti, sotto il quale verrà meno la tendenza positiva di medio-lungo termine e potrebbero scatenarsi forti vendite. Attenzione al gap ancora aperto a 20.905.

Nonostante la volatilità abbia fortemente caratterizzato l’andamento dei prezzi nelle ultime settimane, il mercato azionario italiano si conferma impostato al rialzo nel medio/lungo termine. Osservando il grafico daily dell’indice FTSE/MIB (vedi sotto), risulta evidente come sia ancora possibile tracciare una linea di tendenza positiva che congiunga perfettamente il minimo di inizio 2015, sul livello 18.000, a quelli del periodo agosto-settembre in area 20.000-20.500.

Attualmente, però, le quotazioni sono entrate in una fase di debolezza in seguito alle decisioni prese dalla Bce lo scorso 3 dicembre, ritenute deludenti da molti operatori. Il mercato è stato respinto dalla resistenza a quota 22.800 (creando un doppio massimo) e, di conseguenza, sembra aver invertito la rotta per dirigersi proprio verso l’importante supporto dinamico nell’intorno dei 21.000 punti.

Una conferma della discesa dei prezzi viene fornita anche dall’indicatore Macd, che ha incrociato al ribasso il proprio Signal ed è diventato negativo. Comunque, prima di avere certezze sull’accelerazione ribassista del trend di breve, è necessario attendere la violazione confermata (con pullback) del supporto statico a 21.500, derivante dal precedente minimo realizzato a metà novembre, altrimenti non è escluso un immediato recupero di quota 22.000 e oltre.

 

FIGURA 1 – Analisi di lungo periodo sull’indice FTSE/MIB

20151211FIB lungo

 

Purtroppo, se si arrivasse davvero a 21.000, si scatenerebbe un panic selling piuttosto violento, dato che, come si è detto, verrebbe smentita la tendenza di lungo del mercato. A quel punto i target per la discesa diventerebbero i livelli 20.905 (dove è presente un gap up ancora aperto) e 20.500, supporto sotto il quale è improbabile che le quotazioni scendano ulteriormente.

Pertanto, a differenza degli anni passati, difficilmente assisteremo al consueto “rally di Natale” in Borsa, anche perché il prossimo 16 dicembre la Fed si esprimerà sull’aumento dei tassi di interesse americani: la decisione è oramai presa e l’unica incognita, semmai, riguarda di quanto verranno aumentati, se 25 o 50 basis point.

In entrambi i casi, comunque, l’inizio di una politica monetaria restrittiva negli Usa non farà certo bene a Wall Street e sarà quasi automatico che questa negatività andrà ad influenzare anche i mercati europei, sebbene in misura minore.

FIGURA 2 – Analisi di breve periodo sull’indice FTS/MIB
20151211FIB breve