“BOTTA & RISPOSTA” da ITFNewsletter 13/2010
Domanda: Si moltiplicano i segnali di una ripresa economica debole, caratterizzata da investimenti stagnanti, bassi consumi e forte disoccupazione. A ciò si aggiungono due grandi incognite: i timori di default provocati dagli ampi disavanzi pubblici e la necessità di un rientro, seppure graduale, dalle politiche monetarie ultra espansive. Alla luce di questo, ritieni che la recente debolezza delle Borse sia solo una “normale e fisiologica correzione” oppure l’inizio di una ulteriore grande gamba ribassista?
Risponde Alessandro Aldrovandi: Quando lo scenario macroeconomico, con tutte le sue variabili e criticità, è così ben condiviso dalla maggioranza degli analisti, i mercati finanziari tendono solitamente a comportarsi in modo molto “tecnico”, ed a rispettare con grande precisione le indicazioni classiche dell’analisi grafica.
Prendendo come riferimento il grafico mensile dell’indice S&P500, è evidente come il rally positivo che ha caratterizzato quasi tutto il 2009 si sia arrestato favorendo la creazione di un massimo relativo sul livello 1.150, che permette di individuare una trendline discendente di lungo periodo partendo dai massimi assoluti del novembre 2007 a quota 1.576. Al momento, pertanto, l’impostazione del mercato rimane ribassista e la situazione potrebbe peggiorare qualora le quotazioni accelerassero seguendo la trendline negativa delle ultime settimane, decisamente ancora più inclinata (vedi grafico). Se la discesa fosse violenta, ci sono spazi per scendere anche sotto la soglia psicologica dei 1.000 punti, fino ad arrivare addirittura a 950. Al contrario, ogni dubbio o debolezza scomprirebbe qualora le quotazioni avessero la forza di raggiungere e superare l’area 1.150. All’interno di questi livelli, che potrebbero tenere anche per tutto l’anno in corso, è prevedibile un ampio trading range e grande volatilità.
In definitiva, nonostante le sorprese negative che ogni tanto scuotono i mercati, non ci sono motivi oggettivi perchè inizi una nuova grande fase di crisi. Ma la correzione a cui stiamo assistendo, oltre che fisiologica e salutare, potrebbe essere anche più ampia e duratura di quanto si creda.
GRAFICO dell’INDICE S&P500 MENSILE