Dall’intervista di TREND-ONLINE.com al nostro trader Alessandro Aldrovandi.
1) Partiamo prima di tutto dalla Federal Reserve. La sua “pazienza” sarà ancora presente sul comunicato dopo mercoledì?
Credo di si, anche se la tempistica per un rialzo dei tassi si avvicina sempre più. I target fissati dalla Fed (disooccupazione sotto il 6% ed inflazione al 2%) per la riduzione del QE sono stati raggiunti ma, probabilmente, il timore di un crollo dei mercati finanziari potrebbe far slittare la decisione a favore di un rialzo dei tassi d’interesse di qualche mese, forse in tarda primavera. Certamente non oltre, soprattutto per evitare una sopravalutazione del dollaro rispetto alle altre valute.
In compenso, le Borse Usa stanno già risentendone, visto che da diverse settimane mostrano segni di cedimento, in modo totalmente scorrelato rispetto ai mercati europei. L’indice S&P500, ad esempio, dovrebbe trovare un primo importante supporto in area 2.000 punti.
2) Petrolio ai minimi dal 2009. Come sfruttarlo e soprattutto, è il caso di approfittare?
Negli ultimi 10 mesi il prezzo del petrolio è calato del 58% e questo trend potrebbe continuare ancora per parecchio tempo, dato che neppure i venti di guerra nei paesi arabi sono riusciti ad arrestarne la discesa. E’ oramai risaputo che lo “shale oil”, ossia un petrolio non convenzionale ma altrettanto efficace, abbia notevolmente ridotto il pericolo di esaurimento delle riserve mondiali di quello tradizionale e, al contrario, conteggiandolo, le abbia aumentate di parecchio. In più, le stime dicono le principali riserve di olio di scisto tecnicamente recuperabili si trovino soprattutto negli Usa.
Dal punto di vista operativo, gli analisti più pessimisti hanno individuato target ribassisti addirittura vicino a 20 dollari al barile. Probabilmente non si arriverà a quotazioni così scontate, ma di sicuro non è ancora il momento di investire su questa commodity. Proprio nei giorni scorsi, è stata toccata ancora l’area di minimo intorno all’area 44 dollari. Molto meglio aspettare concreti segnali di inversione, che potranno avvenire solo al superamento della resistenza posta sul livello 59 dollari.
3) Euro-dollaro: dopo la parità di parla di un cambio anche a 0,80. Cosa aspettarsi ora e come muoversi sul mercato Forex?
Anche in questo caso è necessario attendere le prossime decisioni della Fed e valutare con attenzione la loro motivazione. Grazie al futuro rialzo dei tassi americani, infatti, la parità tra Euro e Dollaro Usa sembra oramai data per certo nel breve termine, ma spingersi oltre diventa davvero difficile. Certo, non può essere escluso un periodo in cui il cambio possa tentare di avvicinarsi all’area 0,94, ma è anche vero che nell’ultimo anno il cross Eur/Usd è sceso ininterrottamente da 1,40 all’attuale quotazione di 1,05, senza mai alcun ritracciamento degno di nota, ma solo con l’intermezzo di alcune fasi laterali. Pertanto, pur considerando l’elevata volatilità che si presenterà nell’area intorno alla parità, a nostro parere questo livello dovrebbe rappresentare comunque un importante supporto da cui partire per costruire posizioni rialziste almeno fino a livello 1,15.