Sul numero di MILLIONAIRE di aprile 2010 è stato pubblicato un articolo sui personaggi miliardari più ricchi del mondo, secondo la classifica redatta ogni anno dalla rivista Forbes. Anche Strategieditrading.it è stato interpellato per un commento, che riportiamo di seguito.
“Il magnate messicano Carlos Slim è la persona più ricca del mondo, superando il fondatore di Microsoft Bill Gates, sceso al numero due nella classifica, mentre al terzo posto si piazza quell’arzillo Warren Buffett che perde il pelo ma non il vizio di azzeccare in Borsa colpi miliardari, comprando basso per vendere alto. Ci sarà la crisi ma i ricchi veri diventano sempre più ricchi. Secondo la rivista Forbes che ogni anno stila questa classifica dei Paperoni la ricchezza dei milardiari è cresciuta nell’anno passato mediamente del 50%. Un effetto anche naturalmente della risalita delle Borse dopo il tonfo del 2008. Il reuccio dei super ricchi viene accreditato di una fortuna stimata in 53,5 miliardi di dollari, contro i 53 di Gates, mentre Warren Buffett è al numero tre con 47 miliardi. Il trio ha riguadagnato 41,5 miliardi di dollari dei 68 che aveva perso lo scorso anno. Ma la vera grande sorpresa (si fa per dire) è l’emergere dei miliardari dei paesi emergenti. Indiani, cinesi, sudamericani… Una conferma diretta che le grandi ricchezze ora si costruiscono qui. Nella hit parade dei primi 10 si trovano, infatti, due indiani come Mukesh Ambani (petrolio) e Lakshmi Mittal (acciaio, re del petrolio e acciaio. Insomma i paesi in via di sviluppo si sono sviluppati …verrebbe da dire, scorrendo questa lista per quanto è evidente che simili statistiche dicono tutto e il contrario di tutto se si passa dal caso singolo a quello del paese di appartenenza del magnate nella classifica. E fa certo effetto vedere un ingegnere messicano partito dal negozio di famiglia diventare il Paperone n.1 al mondo grazie a un impero che spazia dalle telecomunicazioni alle imprese di costruzioni, dai grandi magazzini ai servizi finanziari. In un paese per certi versi ancora arretrato e dove una percentuale significativa della popolazione ha un reddito di poco superiore a un dollaro al giorno. Ma anche questo è il “grande” capitalismo.”
Il commento di STRATEGIEDITRADING.IT:
“Osservando la classifica Forbes risulta evidente come il capitalismo europeo venga ridimensionato sempre di più, anno dopo anno. E non c’è da stupirsi. Le storie di successo dei più ricchi del pianeta, seppure molto diverse fra loro, dimostrano di avere in comune alcuni aspetti decisivi per affrontare il futuro, che vanno anche al di là dell’area geografica di appartenenza. C’è chi ha puntato sull’innovazione, chi sui servizi di largo consumo, chi sull’industria di base, ma quasi tutti hanno capito prima di altri l’importanza della globalizzazione, il vantaggio competitivo della dimensione e presenza mondiale, hanno puntato sull’autofinanziamento (e infatti, siedono su una montagna di liquidità che non sanno come investire…), non hanno fatto ricorso al debito in modo spregiudicato, né approfittato degli strumenti della finanza creativa e, in ultimo, non sono mai andati molto a braccetto con la politica. Tutte qualità che il vecchio continente sta perdendo.”