Finanza Operativa, Portfolio TV

Il giornalista televisivo Davide Romano, conduttore della trasmissione PORTFOLIO (in onda su TELENOVA ogni martedì alle ore 23:00) ha intervistato il nostro trader Alessandro Aldrovandi.
Si parla di mercati finanziari a tutto tondo, con qualche previsione per il 2014.

 

D. Il presidente della BCE al Parlamento Ue garantisce tassi bassi ancora a lungo e politica monetaria espansiva, che prospettive ci sono per le borse del nostro continente? Cominciamo dal nostro indice, che ultimamente ha sofferto non poco. Ci sono possibilità di rivedere quota 19 mila?

R. Le principali piazze finanziarie europee sono ancora impostate al rialzo in un’ottica di medio/lungo termine, grazie al rally che ha caratterizzato il loro andamento a partire dai minimi dello scorso giugno. L’attuale politica monetaria della Bce dovrebbe sostenere questo trend ancora a lungo, anche perchè le decisioni a cui si fa riferimento sono state adottate con notevole ritardo rispetto al mercato americano, che già mostra segni di ripresa nell’economia reale, con uno S&P500 sui massimi storici e che, al contrario di Francoforte, potrebbe decidere a breve di ridurre le tranches di Quantitative Easing. Comunque, anche se la prevedbile reazione di Wall Street sarà negativa, non dovrebbero manifestarsi impatti significativi per le Borse europee, oramai da tempo ampiamente scorrelate a quelle d’oltreoceano. Il ritracciamento a cui si sta assistendo in questo mese di dicembre è assolutamente fisiologico: si tratta di prese di beneficio che quest’anno anticipano il consueto rally di Natale (che molto probabilmente non si realizzerà) per consolidare gli ottimi risultati ottenuti nel corso del 2013. Riguardo l’indice FTSE/MIB, in particolare, l’analisi grafica ci suggerisce una importante battaglia tra orsi e tori sul livello 18.000: se dovessero vincere i compratori, è inevitabile un immediato ritorno oltre la soglia dei 19.000, per poi iniziare l’attacco all’importantissima resistenza posta sul triplo massimo di 19.500. Altrimenti, ed è molto più probabile, potremmo assistere ad una ulteriore accelerazione ribassista fino al supporto in area 17.200.

D. Restiamo all’Europa: anche l’indice tedesco ha ultimamente subito un calo. Taluni sostengono sia un’occasione per entrare. Cosa si sente di direai germano-ottimisti?

R. Anche il DAX ha corso moltissimo negli ultimi sei mesi per cui, anche in questo caso, un ritracciamento era prevedibile, oltrechè auspicabile. La situazione macroeconomica si mantiene buona, così come quella politica rimane stabile, per cui il mercato azionario tedesco ha ottime ragioni per rimanere relativamente più forte rispetto alle altre Borse europee. Le quotazioni si trovano attualmente alle prese con il supporto dinamico rappresentato dalla trendline terziaria rialzista (secondo la teoria di Dow), già violato in area 9.150 e con pullback in corso. Nell’immediato futuro è probabile la formazione di una fase di congestione con alta volatilità, pertanto è necessaria molta prudenza. Nella peggiore delle ipotesi, infatti, la discesa potrebbe continuare fino al supporto 9.750, e solo quest’ultimo livello sarà certamente una buona occasione per accumulare nuove posizioni rialziste.

D. Dal marzo 2009 l’indice S&P 500 è in costante (pur con qualche ovvio calo provvisorio) risalita. In vista anche dell’inevitabile tapering, cosa si sente di consigliare ai nostri lettori?

R. L’indice S&P500 è quello che ha sofferto di meno in queste prime sedute di dicembre, per cui siamo tutti in attesa di uno storno ben più consistente. In più, indipendentemente da quello che verrà deciso nelle prossime riunioni del Fomc, prima o poi la Fed sarà costretta a ridurre la propria politica monetaria espansiva e questa decisione avrà nell’immediato conseguenze molto negative sui prezzi di Borsa. Pertanto, preferiamo rimanere prudenti sull’azionario americano nei prossimi mesi, anche se questo non significa liquidare tutte le posizioni. C’è da tener presente, infatti, che il Tapering che verrà attuato nel corso del 2014 rafforzerà sensibilmente il dollaro rispetto all’euro, per cui vi sarà una parziale compensazione della perdita di valore dell’azionario americano con la rivalutazione del dollaro. In definitiva, in base ai profili rischio/rendimento dei vari portafogli, aggiusterei l’asset allocation dimezzando le azioni Usa almeno fino al mese di marzo.

D. Infine una domanda sul cambio Euro/Dollaro: la nostra valuta sembra puntare nuovamente a 1,38. Potrebbe essere la volta buona per superare quel livello e decollare per lidi ancora più alti?

R. Collegandomi a quanto appena detto, il Tapering dovrebbe far decollare il valore del dollaro statunitense e quindi crollare il cross Euro/Dollaro. Rimane solo il problema di prevedere il timing ottimale. Dal punto di vista grafico, infatti, il cambio si mantiene molto più forte del previsto e negli ultimi sei mesi ha visto la realizzazione di massimi e minimi sempre crescenti. Solo nelle ultime sedute si è formata una piccola area di congestione nelle vicinanze del precedente massimo relativo a quota 1,3834, che diventa pertanto un livello molto importante. A mio parere il mercato è tirato, anche dopo la configurazione a V che si è realizzata in novembre, per cui ho l’impressione che prezzi così alti siano la classica “bull trap”, ossia una trappola per rialzisti: attirare e convincere gli ultimi compratori ad entrare sul mercato, affinchè poi le mani forti possano cominciare a vendere a man bassa. Se così fosse, l’area 1,38 diventerebbe un doppio massimo e la discesa avrebbe come obiettivo il raggiungimento di un primo target a quota 1,34.

D. Passiamo ora al Sol Levante. Il Nikkei dopo il picco e l’immediatamenta successivo crollo nel maggio scorso, sembra avere ripreso vigore. Cosa consiglia ai risparmiatori che sono investiti sull’indice giapponese? Un discorso molto simile si può fare anche per il cambio Euro/Yen. Anche in questo caso, stessa risposta?

R. Bisogna dire che l’indice giapponese è decisamente impostato al rialzo. Dal violento storno di giugno e dal quel minimo sul livello 12.450, le quotazioni hanno sempre avuto un andamento perfettamente ciclico, creando massimi e minimi crescenti, all’interno di un un canale ascendente facilmente individuabile: anche il recente massimo di fine novembre a quota 15.750 è di poco superiore a quello realizzato a maggio a 15.630. Pertanto, anche in considerazione della scarsa correlazione con i mercati occidentali, è abbastanza prevedibile che la Borsa giapponese possa continuare il proprio trend senza troppi cedimenti nè volatilità. D’altro canto, anche le riforme economiche introdotte con decisione dal premier Shinzo Abe (definite Abenomics) sono appena iniziate e le aspettative sono molto positive. In definitiva, il consiglio è quello di mantenere sempre in portafoglio una quota di Nikkei225, o comunque di entrare nelle fasi di ribasso. Riguardo al cambio Euro/Yen, invece, il discorso è molto diverso, in quanto su questo cross il mio approccio è prevalentemente tecnico. In pratica, mi concentro sulle fasi di trend, solitamente molto direzionali e sulle quali assumo posizioni, mentre non opero sulle fasi di congestione, altrettanto lunghe ma piene di falsi segnali. La situazione attuale è interpretabile come la fine di un trend rialzista, per cui mi attendo un periodo di lateralità poco decifrabile, durante il quale è meglio non operare.

D. Un’ultima domanda, che stuzzica sempre i nostri lettori. Se un risparmiatore avesse un 5% del portafoglio da investire in qualcosa che dia un po’ di pepe al portafoglio, a suo parere su cosa potrebbe puntare (azioni, metalli, valute, qualunque cosa)?

R. In questo momento punterei sui prodotti agricoli. Esistono parecchi Etf quotati sulla Borsa Italiana che rappresentano panieri di questa tipologia. Anche se dal punto di vista della stagionalità non è il periodo classico per approfondire lo studio questo asset, in realtà il 2013 è stato talmente negativo che potrebbe valere la pena acquistarne una piccola percentuale di portafoglio, prevedendo un rimbalzo nel prossimo anno. Alcuni degli Etf che sto monitorando, infatti, mostrano anche indicatori/oscillatori in forte ipervenduto, sebbene non siano evidenti segnali di inversioni precisi. Tra i prodotti agricoli, particolarmente depresso è il frumento (wheat).