Mantenendo invariata la visione di medio/lungo termine sui mercati azionari, ossia un ampio trading range che perdurerà per tutto il 2010, è possibile osservare come le quotazioni attuali delle Borse statunitensi, dopo il ribasso generalizzato di febbraio, siano ritornate vicino ai massimi di inizio gennaio. Le Borse europee, invece, sono rimaste un po’ indietro, penalizzate dalla crisi dall Grecia e dal rischio PIIGS. In situazioni come queste diventa difficile credere alla forza rialzista della configurazione a V che si è formata sui grafici americani e preferiamo rimanere prudenti. Siamo più propensi ad agire controtrend, assumendo posizioni short qualora il mercato mostrasse i primi segnali di cedimento, che confermerebbe la presenza di una resistenza sul doppio massimo in formazione.
La stessa analisi è riassunta anche nell’articolo pubblicato ieri sul sito di MilanoFinanza, con il relativo grafico sul Future S&P500.
Oltre ai consueti segnali operativi per l’operatività intraday con i futures, i principali supporti da violare affinchè il prossimo ribasso delle quotazioni possa essere definito tale, e possa eventualmente subire una accelerazione, sono i seguenti: 22.185 per il FTMIB, 5.838 per il DAX, 1.881 per il NASDAQ100 e 1.131 per lo S&P500.