Supporto fondamentale per il FTSE/MIB

L’impostazione di medio/lungo termine è diventata negativa. Non sono presenti segnali di inversione o rimbalzo, ma nelle prossime settimane potrà essere conveniente valutare la reazione del mercato in questa fase di ipervenduto, soprattutto se si avvicinasse al livello 17.500.

Rispetto al consueto incipit delle precedenti analisi periodiche sul mercato italiano, con il quale si confermava sempre l’impostazione rialzista nel medio termine, nonostante il costante aumento di volatilità ribassista, riteniamo sia doveroso segnalare che dall’inizio dell’anno la situazione è decisamente cambiata.
Osservando il grafico mensile dell’indice FTSE/MIB, infatti, risultano evidenti tre importanti aspetti:

1) la trendline rialzista tracciabile dai minimi relativi del 2012 è stata violata al ribasso privando il mercato di ogni velleità di andare a testare i massimi dello scorso anno;
2) i massimi dello scorso anno permettono di individuare una pericolosa trendline negativa di lungo periodo, partendo dalle quotazioni pre-crisi del 2007;
3) diventa necessario rivalutare l’importanza dell’ampio canale laterale compreso tra i livelli 12.300 e 24.500, all’interno del quale si stanno muovendo le quotazioni dal 2009 ad oggi;

In realtà, la recente discesa dei mercati azionari, anche se non così repentina, era stata prevista fin dai mesi scorsi, in considerazione del fatto che la politica monetaria restrittiva della Fed avrebbe influito negativamente sulle Borse americane; cui va aggiunta anche la persistente crisi asiatica dovuta al rallentamento della Cina, nonché i risibili dati di crescita dell’economia europea nell’intorno dello zero virgola qualcosa.

La negatività, pertanto, sembra prevalere su tutto e, al momento, diventa veramente difficile ipotizzare l’andamento futuro di Piazza Affari. Di sicuro, non è il momento di acquistare, anche se i prezzi sembrano davvero a saldo: segnali di inversione, o anche di semplice rimbalzo, non ce ne sono. E poiché forse è anche un po’ tardi per andare short adesso, speriamo che gennaio finisca presto e aspettiamo con calma il mese prossimo, o addirittura marzo, nel caso la Bce dovesse davvero incrementare le misure del QE.

FIGURA 1 – Analisi di lungo periodo sull’indice FTSE/MIB
20160122fib lungo

 

Analizzando il grafico daily del FTSE/MIB, invece, è possibile trarre argomentazioni leggermente più ottimistiche sull’andamento dell’azionario italiano, sfruttabili soprattutto dagli investitori più aggressivi:

1) il crollo del mese di gennaio ha portato le quotazioni nelle vicinanze del supporto statico a 17.500 punti, un livello davvero fondamentale e che potrebbe fermare il panic selling;
2) dagli ultimi massimi relativi di agosto 2015 si sono sviluppate in successione 3 trendline ribassiste sempre più inclinate negativamente: secondo la teoria di Dow, ci si dovrebbe trovare in un eccesso di mercato ipervenduto;
3) ai prezzi attuali (circa 19.000 punti), l’indice FTSE/MIB è posizionato pressappoco sul livello intermedio della già citata congestione pluriennale. Se la discesa si arrestasse e i prezzi invertissero con forza la propria direzionalità nei prossimi mesi, il canale laterale perderebbe validità e il prossimo attacco alla resistenza di quota 24.500 dovrebbe generare un movimento esplosivo al rialzo. Ma per questo c’è tempo…

FIGURA 2 – Analisi di breve periodo sull’indice FTS/MIB
20160122fib breve