Nell’ultimo numero di MONEYREPORT, rivista mensile online curata da Salvatore Gaziano e dal suo team di BorsaExpert, è stata realizzata un’inchiesta a tutto campo sul settore del trading on line, sia dal punto di vista dei trader che degli intermediari. In un articolo, in particolare, è riportata l’intervista ad Alessandro Aldrovandi, che riportiamo qui di seguito.
Domanda: Dal 2002 hai scelto di dedicarti esclusivamente al trading online e 7 anni di attività a tempo pieno… Considerando la frase di Charles Schwab “I day trader sono come le farfalle, vengono ogni stagione e partono quella successiva”, sei fra i pochi che hanno dimostrato di saper sopravvivere in questo difficile mercato.Come sei arrivato, innanzitutto, a fare questa scelta di vita?
Risposta: “La scelta di dedicarmi al trading in modo professionale è maturata nel tempo, dopo aver fatto esperienze lavorative a tutto campo nel settore, da promotore finanziario ad analista fondamentale, da una Sim ad un broker on line, dall’analisi tecnica allo studio delle strategie dei famosi trader americani. E’ stata una fortunata marcia di avvicinamento verso un mestiere che ancora non esisteva, ma che si è concretizzato pienamente nell’attività odierna. Un filo conduttore che parte dalla mia passione per la finanza maturata alle scuole superiori con una bravissima insegnante di “Tecnica bancaria” e dalle prime compravendite di azioni al Borsino della filiale sottocasa, fino ad apprendere i segreti delle sale operative delle Sim dedicate al proprietary trading sui future. Direi che è stato proprio l’incontro con questi ultimi soggetti a trasferirmi l’entusiasmo, il coraggio e la sicurezza per affrontare i mercati finanziari come trader privato, facendola diventare una professione”.
Domanda: Com’è la tua giornata tipo? Alcune persone pensano che operare da casa col trading significa tutto sommato schiacciare due tasti e guadagnarsi la pagnotta, bighellonando per casa,avendo tempo per i propri hobby… E’ cosi?
Risposta: “Lavorando in casa è facile, al mattino, passare direttamente dal letto al computer, senza farsi la barba e rimanendo in ciabatte. I primi tempi anch’io sono caduto in questa trappola della comodità e della libertà casalinga, ma è stata una condizione nella quale non mi sono mai sentito pienamente realizzato nè con me stesso, perchè troppo alienato dalla normale quotidianità, nè agli occhi degli altri, che hanno sempre fatto fatica a comprendere il mio mestiere. Tant’è che ho preso in affitto un piccolo ufficio in città, che condivido con un collega trader, proprio per mantenere un ritmo di vita più disciplinato e per separare nettamente, sotto tutti gli aspetti, la casa dal lavoro. Mi considero un libero professionista, come un avvocato o un medico, che esercita l’attività nel proprio studio. Ed esattamente come loro, imprenditori di se stessi, le difficoltà sono tante, il tempo libero è poco e la mente è sempre in movimento. Solitamente arrivo in ufficio verso le 9 e, dopo la lettura dei giornali e lo studio dei grafici, comincio ad operare sui future europei. Piccola pausa dalle 13 alle 14 e poi si ricomincia con il trading aggiungendo anche l’operatività sui derivati americani. Quest’ultima, in particolare, quando ci sono le condizioni e dopo una pausa dalle 18 alle 19, talvolta può proseguire anche fino alle 21 o 22. Stare così tanto tempo davanti al computer è obbligatorio perchè, al momento, applico solo strategie discrezionali, ma anche perchè fare profitti sui mercati sta diventando sempre più difficile”.
Domanda: Quali mercati segui e quali tecniche utilizzi a grandi linee.Non ti chiediamo naturalmente di cedere il tuo know how… ma giusto di capire il tuo approccio e a quale “setta” appartieni o se te nei inventata una tua…
Risposta: “Opero quasi esclusivamente sui contratti future, quali il Future S&P/MIB, Dax, EuroStoxx50, Bund, E-miniNasdaq100, E-miniS&P500, EuroDollaro e Petrolio. Utilizzo contemporaneamente 5 tecniche di trading, ciascuna basata su un particolare aspetto dell’analisi tecnica tradizionale, sia grafica che algoritmica,e resto in attesa che una delle strategie mi fornisca il segnale operativo. Quando più strategie mi forniscono lo stesso segnale nello stesso istante, attribuisco all’operazione una maggiore probabilità di successo e pertanto posso aumentare il numero di contratti con cui negoziare. Quando le strategie, invece, mi forniscono segnali divergenti preferisco rimanere in attesa e non operare. In assoluto, comunque, la mia operatività non è particolarmente frenetica ed eseguo mediamente 10 operazioni al giorno. Nell’ultimo anno, inoltre, ho sviluppato autonomamente una nuova tecnica di trading che mi sta dando parecchie soddisfazioni, basata su una personalissima interpretazione del Market Profile. I risultati di questi studi e simulazioni sono stati presentati in un seminario dell’ITF di Rimini e, probabilmente, saranno oggetto di un libro di prossima pubblicazione e di un sito internet: www.strategieditrading.it.”
Domanda: La domanda che molti si pongono e che dobbiamo farti è la seguente: si può vivere facendo trading online? Secondo la tua esperienza e quella di altri trader che hai conosciuto quanti possono farcela? E quanto si può guadagnare mediamente e con che capitale di partenza?
Risposta: “Certamente credo che il trading possa essere una professione, ma non necessariamente può esserlo per tutti. Se ciascuno di noi scegliesse il proprio lavoro in base a quanto si guadagna e quanto sia facile svolgerlo, probabilmente faremmo tutti i calciatori di serie A. Ma quanti di noi lo sono? Nessun mestiere si sceglie a tavolino, ma è una prova continua che deve essere superata, una evoluzione costante che si misura quotidianamente. Bisogna avere passione, competenza ed attitudini di vario tipo. L’idea che con il trading si possa diventare ricchi velocemente è sbagliatissima. Ci possono essere mesi con profitti elevatissimi, ma altrettanti periodi di perdite. Le Borse sono sempre imprevedibili e le strategie che utilizziamo devono essere costantemente monitorate ed affinate. Lo stress che si accumula, poi, con le conseguenti ricadute psicologiche, è davvero una variabile importante da considerare. Conosco moltissime persone appassionate al trading, sempre presenti a tutti gli eventi del settore, ma sono veramente pochi quelli lo svolgono come unica attività. Credo, invece, che la stragrande maggioranza delle persone che fanno trading lo considerino un hobby “professionale” che affianchi la gestione dei propri risparmi familiari. Ritengo che un buon capitale di partenza per iniziare a fare trading seriamente debba essere intorno ai 50.000 euro, da utilizzare solo in parte e con molta prudenza. Riguardo ai profitti, invece, il discorso è molto complicato e non esistono dati ufficiali. Credo che ci siano pochi trader che guadagnano molto bene, alcuni che sopravvivono senza infamia e senza lode e, infine, tanti altri che perdono e continuano a perdere un po’ alla volta. La media attesa del guadagno del settore corrisponde proprio alla percezione che ho in base alla mia esperienza: un po’ di più rispetto al già buon stipendio di un impiegato di banca, oltre alla impagabile libertà di un lavoro autonomo”.
Domanda: Proliferano sempre più corsi, libri, e.book che promettono di diventare ricchi dedicando poco tempo al trading. Me ne è capitato uno che descrive le medie mobili come un sistema infallibile per guadagnare… omettendo di spiegare che esistono anche i falsi segnali! Tanto più numerosi in mercati efficienti. Cosa consiglieresti a un investitore che si imbatte in e.mail di corsi, libri o servizi che gli promettono di diventare ricco facilmente? Come può distinguere il grano dal loglio?
Risposta: “Come ho già detto in precedenza il trading è una professione come un’altra, ci si arriva con le stesse modalità e possiede gli stessi aspetti positivi e negativi. Non è un gioco, non si diventa ricchi per forza e, soprattutto, non è facile. Anche se assistiamo alla proliferazione di queste pubblicità ingannevoli, per fortuna non hanno ancora raggiunto un grande livello di visibilità, anche grazie al fatto che negli ultimi anni il settore del trading ha accelerato la propria selezione naturale interna. I broker on line si sono accorpati e selezionano solo i migliori trader per i loro corsi di formazione, così come fanno anche i giornalisti finanziari per le loro interviste, gli organizzatori di convegni per la scelta dei relatori e gli editori per la pubblicazione di libri. Il mio consiglio è quello di non seguire questi slogan, sono una fregatura a priori. Molto meglio affidarsi agli operatori che da anni sono sulla piazza in modo continuativo. E’ possibile trovarli all’ITF di Rimini, al TOL EXPO di Borsa Italiana, oppure tra gli autori dell’editore TRADINGLIBRARY o fra i trader di LOMBARDREPORT, solo per fare alcuni nomi. Infine, comunque, non è da considerare negativo che un trader professionista dedichi parte del tempo ai corsi di formazione o alla scrittura di manuali; anzi, credo che possa essere un modo per trasmettere e scambiarsi conoscenze ed esperienze. Io stesso ho sviluppato le mie strategie di trading prendendo un po’ da tutti i libri che ho letto e dai corsi che ho seguito. Inoltre, girando l’Italia tenendo corsi per conto di un broker on line, l’anno scorso ho potuto constatare l’elevata preparazione e competenza dei partecipanti: le loro domande sono state molto stimolanti, così come i loro suggerimenti e molto spesso mi hanno riferito delle loro simulazioni e di nuovi spunti per il trading. In pratica ciò che è richiesto maggiormente dai trader sono proprio queste occasioni di scambio, per cui ben vengano i Forum, i corsi, i libri e anche i siti internet che possano creare comunity e rappresentare punti di riferimento per chi ne ha bisogno”.