Ritorna l’ottimismo sull’azionario

Durante l’ultimo Comitato Investimenti della Private & Consulting SIM al quale ho partecipato, l’opinione espressa dai vari componenti del team di consulenza è risultata piuttosto omogenea. Per questo motivo, sebbene vengano utilizzati congiuntamente modelli previsionali differenti, è possibile fare una sintesi accurata di quanto ci aspetta sui mercati azionari in un’ottica di medio-lungo periodo.

Mercati europei
Le borse del vecchio continente sono impostate al rialzo, grazie al traino del DAX che dai minimi di giugno è cresciuto oltre il 24%. Buona la performance anche dell’indice EUROSTOXX50, nonostante l’elevata volatilità, mentre l’andamento del mercato italiano ha continuato a mostrarsi piuttosto scorrelato: il FTSE/MIB, infatti, ha realizzato un ulteriore minimo a fine luglio, per poi risalire velocemente di un quasi 35%. Al momento, sembra giunta l’ora di una pausa per il recente rally ed è prevedibile una fase di ritracciamento. Comunque, qualora non venissero violati i supporti più importanti (15.400 per il FTSE/MIB, 7.100 per il DAX e 2.450 per l’EUROSTOXX50), probabilmente non vedremo più nuovi minimi storici e l’ottimismo prevarrà su tutto.

FIG.1 – L’indice italiano FTSE/MIB

ftsemib

 

 

 

 

 

 

 

 

Mercati americani
Già dalla fine del 2011 le borse statunitensi sono sempre mostrate molto più forti rispetto a quelle europee, tant’è che anche i grafici sono parecchio differenti. L’indice S&P500, in particolare, si trova perfettamente inserito in un canale ascendente dai ritmi molto regolari che lo ha visto raggiungere quotazioni superiori a 1.470, livelli che non venivano toccati dal lontano 2007. L’investimento su questo mercato continua ad essere consigliabile, acquistando nelle fasi di debolezza, complice anche il prevedibile recupero del dollaro rispetto all’euro.

Altri mercati azionari
Ancora incerta la situazione dell’economia giapponese di conseguenza dell’indice TOPIX, mentre si segnala il trend in corso del mercato australiano, con il S&P/ASX che cresce ben accompagnato dalla rivalutazione della propria moneta.

Paesi emergenti
Questo tipo di investimento richiede tempi più lunghi ed una visione strategica di maggior respiro. I fondamentali macroeconomici sono decisamente buoni e migliori rispetto alle economie occidentali, ma la volatilità rimane molto alta. Inoltre, se qualche anno fa queste borse potevano essere valutate in blocco, oggi emergono notevoli differenze tra un paese e l’altro. Ad esempio, sono impostati al rialzo alcuni indici tra cui l’indiano SENSEX, il brasiliano BOVESPA (che trascina anche tutta l’area dell’America latina) e il sudafricano JSET, mentre l’indice cinese S&P/CNX mostra parecchia debolezza. Rimangono ancora indecifrabili le oscillazioni dell’indice russo RTS. In definitiva il giudizio sui mercati emergenti è relativamente positivo, con una lenta crescita che vedrà i prezzi raggiungere la resistenza posta sul doppio massimo realizzato dall’indice MSCI EMERGING MARKETS tra il luglio 2011 e il marzo di quest’anno.

FIG.2 – L’indice brasiliano BOVESPA

bovespa

 

 

 

 

 

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